4 criticità nel voto elettronico remoto

Intelligenza artificiale


Voto elettronico remoto

Ad ogni tornata elettorale si torna a parlare della possibilità di permettere il cosiddetto voto elettronico remoto (o voto online), ovvero di dare la possibilità all’elettore di votare comodamente da casa propria, senza dover perdere tempo per recarsi alle urne e fare la coda. Inoltre permetterebbe un risparmio ambientale e forse economico (si risparmierebbero i soldi per i seggi, ma si avrebbe un costo per mantenere il sistema). Ho deciso quindi di fare una brevissima analisi dei motivi per cui secondo me non è al momento possibile pensare ad un suffragio universale online.

Criticità tecniche

Le criticità tecniche del voto elettronico remoto, sono oggettivamente le più facili da affrontare e risolvere, si possono riassumere principalmente in due parole, resilienza ed affidabilità

Resilienza

Un eventuale sistema di voto digitale ed online, deve garantire la raggiungibilità del servizio per tutta la durata dell’elezione, senza incappare in rallentamenti o inaccessibilità, per permettere un tempo di servizio molto vicino al 100% (si può arrivare al 99,9%) tramite la ridondanza di tutti gli elementi e la scalabilità degli stessi per permettere di non avere potenziali “colli di bottiglia” nel voto elettronico remoto

Affidabilità

E’ inoltre necessario che l’eventuale servizio di voto sia totalmente affidabile, non è possibile ammettere nessun tipo di errore nella raccolta e nel conteggio dei voti. Questo aspetto è meno banale di quanto sembri, ma con il giusto investimento e le giuste risorse è un risultato che ci si può aspettare di ottenere e si può ragionevolmente credere che si riesca anche con il voto elettronico remoto ad arrivare al 100% di voti correttamente raccolti ed allo 0% di voti persi.

Criticità diritti

La parte dei diritti da garantire per un corretto rispetto del sistema elettorale italiano nel voto elettronico remoto è quella che troverà gli ostacoli maggiori, perché alcuni di questi con la tecnologia attuale non sono rispettabili, senza complicare di molto il processo.
La Costituzione nell’articolo 48 lo definisce personale, eguale, libero e segreto, e ne qualifica l’esercizio come dovere civico.

Personale

Il voto non può essere delegato (salvo impedimenti fisici certificati), questo significa che ogni elettore deve essere in grado di poter utilizzare gli strumenti necessari per votare in completa autonomia. Il nostro paese ha un’alfabetizzazione informatica molto bassa ed il digital divide è ancora molto ampio.

Secondo alcuni studi (un esempio https://www.infodata.ilsole24ore.com/2023/03/26/il-775-degli-italiani-ha-usato-inter net-negli-ultimi-tre-mesi/) ci sono zone in Italia dove fino al 30% dei cittadini non usa o non può utilizzare Internet.
Per colmare questo gap bisogna continuare ad investire sulle infrastrutture e soprattutto cominciare ad investire sull’alfabetizzazione informatica, perché se per accedere ai servizi delle PA si può delegare (a parenti, amici o caf), per il voto questo non è costituzionalmente ammesso.

Eguale

Ogni persona ha diritto ad uno ed un voto soltanto. Questo con le identità digitali non è un problema garantirlo.

Libero

Con il semplice accesso con SPID (o CIE), non è possibile in maniera agile garantire che l’elettore abbia espresso il proprio voto liberamente. L’elettore potrebbe aver votato sotto minaccia, ricatto o dietro pagamento, sarebbe fin troppo facile ad esempio dimostrare di aver dato il voto che si è venduto.

Come si potrebbe garantire che a casa propria non si abbia un parente o un malvivente che costringe a votare qualcuno?

Segreto

Per poter garantire il funzionamento sarebbe necessario salvare molti dati nei sistemi, chi potrebbe garantire al 100% che non si possa fare un’opera di data analysis che possa portare ad associare identità digitale a voto? Garantire la sicurezza al 100% ed allo stesso tempo garantire la sicurezza del voto sarà una delle sfide più ardue, ma che forse la tecnologia può risolvere.

Criticità umana

L’essere umano è molto resistente al cambiamento, come si è visto nel recente passato con l’app Immuni, per arrivare a garantire tutti i diritti necessari, si è dovuto castrare molto le funzionalità e le potenzialità del tracking, fino a renderlo non completamente funzionante. La resistenza al cambiamento porta anche a dover trovare il modo per essere credibili di fronte al cittadino che dovrà avere la garanzia che per il suo voto vengano rispettati i diritti sanciti dalla Costituzione di cui sopra. Vale la pena ricordare quante polemiche vengono fatte ogni anno sull’utilizzo della matita per apporre il proprio simbolo sulla scheda elettorale, va ricordato anche quante persone chiedono legittimamente di poter inserire personalmente le schede votate nell’urna e tutti i casi limite che sono facilmente affrontabili nelle elezioni classiche, difficile con un eventuale voto elettronico remoto .

Oltre a questo una grossa criticità espressa già nei punti precedenti, riguarda l’alfabetizzazione informatica.

Secondo una recente indagine ISTAT (https://www.istat.it/it/files/2020/12/REPORT_CENSIPOP_2020.pdf) quasi 340.000 persone erano analfabete in Italia, se gli si può chiedere di mettere un segno sul simbolo del partito per cui vogliono votare, diventa molto difficile permettere a queste persone di votare se devono avere lo SPID, usare un device digitale, andare su un sito e svolgere tutte le procedure di autenticazione e voto.

Sicurezza

Potrebbe essere tranquillamente considerata una criticità tecnica, ma merita un maggiore risalto. Parliamo della sicurezza, informatica e non solo. Come visto in precedenza, il voto elettronico remoto rischierebbe di aprire molte opportunità per i malavitosi di ottenere potere e denaro, questo inevitabilmente rischierebbe di mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini più fragili e manipolabili.

A livello informatico è evidente come qualunque sistema esposto ad Internet possa essere oggetto di attacchi informatici e di data breach, si può sicuramente garantire un ottimo livello di sicurezza, ma difficilmente esisterà un soggetto che si prenderà la responsabilità di garantire la sicurezza al 100% di tutta la filiera.

Alternative

Una delle motivazioni per cui si chiede a gran voce il voto telematico, riguarda lo spreco di risorse, insediare un seggio e stampare tutta la mole di materiale è un costo economico ed ambientale non indifferente. Forse un primo passo per la digitalizzazione del voto, potrebbe essere appunto cominciare semplicemente a digitalizzarlo. Ovvero preparare degli strumenti elettronici come si fa in altri paesi (sicuramente in alcuni stati degli USA) per votare, prevedendo però la presenza al seggio e il mantenimento di buona parte delle procedure attuali. In questo modo si potrebbero garantire i diritti dell’elettore in maniera molto più semplice, anche perché questi strumenti non sarebbero esposti su Internet e per eventualmente manometterli ci si dovrebbe mettere le mani sopra fisicamente.

Sperimentazioni svolte

Estonia

Nel 2007 per la prima volta si è utilizzato il voto elettronico da remoto, poco più del 5% degli aventi diritto si avvalse della possibilità di utilizzare internet per votare. Gli osservatori europei si dissero soddisfatti del riuscito esperimento, ma misero in evidenza alcuni dei problemi evidenziati nel presente documento (https://www.repubblica.it/tecnologia/2022/03/04/news/alle_elezioni_politiche_lest onia_sperimenta_con_successo_il_voto_via_internet-340171574/)

Nel 2014 furono quasi il 30% degli aventi diritto a votare tramite il voto online

Svizzera

Nel 2019 si sono interrotte le sperimentazioni di voto telematico in Svizzera per carenze nell’ambito della sicurezza del voto. Sono ripartite nel 2023, in alcuni cantoni solo per i residenti all’estero, nel Cantone di Basilea città anche per i disabili ed in alcuni comuni pilota. Sono stati mandati i codici di accesso alla piattaforma utilizzabile per il voto.

Norvegia

Le sperimentazioni si sono svolte dal 2003, ma dopo innumerevoli discussioni parlamentari dovute alla sicurezza, si è deciso di sospendere ogni voto online dal giugno 2014

Germania

Si svolsero tra il 2000 ed il 2006 test di voto elettronico, bloccati nel 2009 dalla corte costituzionale incompatibile con una procedura corretta di svolgimento delle elezioni

Francia

Nel 2003 i residenti all’estero cominciarono a poter votare da remoto.

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