Olimpiadi o Sanremo?


Introduzione

Sappiamo benissimo che il Festival di Sanremo è la sagra delle polemiche, per tenere alta l’attenzione e l’engagement il circo che ci gira attorno fa di tutto. Si potrebbero fare mille esempi di polemiche su temi più o meno importanti, dal monologo di Rula Jebreal al ballo del qua qua con tanto di scarpe evidenti di John Travolta.

Quello a cui non eravamo forse abituati è la “sanremizzazione” delle Olimpiadi. Il dibattito si riesce immediatamente a politicizzare ed a polarizzare. Vediamo i 3 esempi più eclatanti di questa edizione

Cerimonia di apertura

Durante la cerimonia di apertura c’è stata una rappresentazione di quella che poteva ricordare l’ultima cena. Da qui sono partite le solite accuse di attacco alla cristianità, mancanza di rispetto in quanto composta da drag queen e personaggi ritenuti poco consoni

Il creatore della cerimonia si è affrettato a dire che si è ispirato a Dioniso e non all’ultima cena, ma ormai la polemica era servita

C’è poco da dire sulla questione è una polemica sterile e politica di poco interesse, i soliti politici che parlano alla loro fetta di elettorato con l’indignazione.

Cultura del successo

Dopo un quarto posto per 1 centesimo di secondo nei 100m rana, Benedetta Pilato nell’intervista a caldo si dimostra molto contenta e definisce al microfono RAI quella come la giornata migliore della sua carriera.

Immediatamente Elisabetta Caporale le chiede “ma davvero?”, in studio successivamente Di Francisca rincara la dose mancando di rispetto con frasi tipo “ci è o ci fa?” “reintervistatela perché non ci ho capito niente”

Link youtube ad intervento Elisa Di Francisca

So sono espressi tutti al riguardo, chi stando vicino a Pilato, chi comprendendo la visione di Di Francisca. Al di là della questione comunicativa, dove Di Francisca sbaglia su tutta la linea, si parla molto della “cultura del successo” come di qualcosa di tossico. Io non credo che sia così, come credo che non sia giusto voler eliminare la parola fallimento dallo sport come detto da Giannis Antetokounmpo circa un anno fa.

Bisogna però fare una distinzione ben precisa, successo e fallimento sono estremamente soggettivi, per Pilato evidentemente arrivare quarta è stato un successo, suppongo che se non avesse superato neanche le batterie, probabilmente si sarebbe espressa in maniera diversa ed a quel punto si sarebbe trattato di un fallimento.

Nello sport agonistico ci sono delle classifiche, dei tempi e dei risultati e nel momento in cui gareggi, lo fai per competere e per ottenere il risultato migliore possibile. A questi livelli si conosce perfettamente il proprio livello rispetto ai rivali, per cui prima dell’inizio della competizione, devi avere un obbiettivo come risultato. Stabilita questa asticella, se si va oltre è un successo, se si rimane intorno a quel livello è una prestazione normale, se si va molto sotto è un fallimento.

Piuttosto io vorrei stigmatizzare chi biasima il fallimento, il fallimento fa parte della vita di tutti noi, comprese le persone ed atleti di estremo successo, nessuna persona di successo dirà di non aver avuto fallimenti, ma tutte diranno di aver imparato molto dai fallimenti e questo dev’essere il modo di viverlo.

Intersex, trans e testosterone

Ma veniamo all’elefante nella stanza, la questione Imane Khelif, si tratta di una pugile di 25 anni algerina (47 match all’attivo), che ha fatto notizia nel 2023 per nom aver passato prima della finale mondiale il “gender test” dimostra che ha livelli di testosterone troppo alti. Da qui non si ha certezza, le voci che appaiono più fondate dicono che si tratti di una donna nata tale, ma con un difetto che la porta a produrre più testoterone del normale. Altre voci dicono che un test del DNA avrebbe rilevato il cromosoma XY e quindi si tratterebbe di un’atleta transgender (pratica considerata illegale nel suo paese).

Fatte queste premesse arriva il momento clou, ovvero l’incontro contro l’azzurra Angela Carini (107 match all’attivo), dopo meno di un minuto si ritira lamentando di non essere mai stata colpita così forte, da qui è esploso definitivamente il caso, ogni politico al mondo (da Salvini, a Meloni passando per Erdogan e Trump) con certe ideologie ha cominciato a cavalcare l’onda sporcando le acque e portando a becera propaganda politica un argomento molto importante, i quasi 50 match dell’algerina senza nessun ritiro per le rivali (e solo 5 KO) fanno pensare che le cose possono essere 2

  1. In quest’ultimo anno la forza dell’atleta algerina è aumentata a dismisura (lo vedremo magari nei prossimi incontri)
  2. Carini sia stata un po’ vittima della situazione (per non voler fare pensieri complottistici, è indubbio che questa visibilità le potrà portare più guadagni di una carriera da atleta dilettante nel pugilato femminile)

È impossibile riuscire a dirimere la questione in maniera semplice, si intrecciano troppi interessi politici, troppe questioni etiche e sportive e non ultimi interessi economici. Separerei intanto le atlete come pare essere l’algerina nata e cresciuta donna da eventuali atlete transessuali, nel primo caso credo sia ingiusto sotto ogni punto di vista, una volta accertato che non ci sono fattori esterni che influenzano questa produzione di testosterone, non vedo perché non dovrebbero poter partecipare. Nel secondo caso dovrebbe rimanere tutto in mano alla scienza, l’obbiettivo principale dev’essere la correttezza delle gare ed evitare che certe pratiche possano essere fatte appositamente per poter partecipare nello sport femminile. Può sembrare esagerato, ma negli anni abbiamo sentito situazioni estremamente gravi su programmi sportivi che portavano atleti ed atlete ad essere imbottiti di qualunque sostanza pur di primeggiare ai giochi, non mi stupirebbe che si arriverebbe anche a questo.

Su questo vorrei fare una piccola parentesi, non risulta ancora nessuna atleta transgender medagliata olimpica nonostante possano partecipare con determinati paletti, per cui mi chiedo se non vadano già bene così le regole. La cosa che sarebbe fondamentale inseguire è la parità di regole tra tutte le federazioni, in modo da evitare questo tipo di polemiche di atlete escluse ad un mondiale ed ammesse alle olimpiadi dell’anno successivo.

Senna

Ed in tutto questo non c’è stata la polemica che secondo me meritava, ovvero la situazione del triathlon con la frazione di nuoto nella Senna, troppo inquinata, si è rischiato di saltare quella frazione, alla fine è stata fatta, ma non senza problemi, di seguito alcune dichiarazioni dei partecipanti che si erano imbottiti di probiotici e simili per poter affrontare l’acqua.

Sentivamo uno strano odore mentre nuotavamo

Ce l’ho messa tutta e non ho rimpianti, lo rifarei, anche se ho vomitato 10 volte. La Senna non era pulita, ma lo rifarei

Ho bevuto molta acqua, quindi sapremo domani se starò male o no. Ovviamente non ha il sapore di Coca-Cola o Sprite. Mentre nuotavo sotto il ponte, ho annusato e mi sono detta ‘non pensare troppo’. La Senna è sporca da cento anni, quindi non si può dire che la sicurezza degli atleti sia una priorità

Ho preso i probiotici, ho bevuto il mio Yakult, non potevo fare di più, avevo l’idea di non bere acqua, ma ne ho bevuta troppa

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